
Zero Trust: la nuova frontiera della sicurezza informatica
Negli ultimi anni, la cybersicurezza è diventata un tema centrale per ogni impresa, grande o piccola. Gli attacchi informatici non colpiscono più solo le multinazionali: anche le piccole e medie imprese italiane sono nel mirino di hacker e truffatori digitali.
Il modello Zero Trust nasce proprio per rispondere a questa nuova realtà.
Ma cosa significa esattamente “Zero Trust”?
Letteralmente, vuol dire “fiducia zero”: un approccio alla sicurezza informatica basato sull’idea che nessuno, né utenti interni né esterni, debba essere considerato affidabile per definizione. Ogni accesso deve essere verificato, ogni identità controllata, ogni attività monitorata.
Perché il modello tradizionale non basta più
Fino a qualche anno fa, la protezione dei dati si basava su un perimetro: firewall, antivirus e sistemi interni bastavano a “difendere il castello”.
Oggi però quel castello non esiste più. I dati viaggiano nel cloud, i dipendenti lavorano da remoto, e i dispositivi aziendali sono connessi da luoghi e reti diverse.
In questo scenario, un approccio “fiducioso” che considera sicuro tutto ciò che è dentro la rete non è più sufficiente.
Il modello Zero Trust cambia completamente prospettiva: ogni richiesta di accesso, anche proveniente da un dipendente, viene trattata come potenzialmente sospetta fino a prova contraria.
Come funziona lo Zero Trust in pratica
Implementare lo Zero Trust non significa installare un singolo software, ma adottare una filosofia di sicurezza continua.
Le sue regole principali sono tre:
- Verifica continua dell’identità: Ogni utente deve dimostrare di essere chi dice di essere, attraverso autenticazioni multifattore e controlli regolari.
- Accesso minimo necessario: Gli utenti e i dispositivi possono accedere solo alle risorse di cui hanno davvero bisogno.
- Monitoraggio costante: Ogni attività è registrata e analizzata per rilevare comportamenti anomali in tempo reale.
Secondo l’ENISA (Agenzia Europea per la Cybersicurezza), questa architettura è una delle strategie più efficaci per ridurre i rischi di violazione e limitare i danni in caso di incidente.
Vantaggi per le PMI italiane
Molti imprenditori pensano che lo Zero Trust sia una soluzione “da grandi aziende”, ma in realtà è perfetta per le PMI.
Ecco alcuni motivi:
- Maggiore controllo: l’azienda sa sempre chi accede ai propri sistemi e da dove.
- Riduzione del rischio: anche se un hacker entra, non può muoversi liberamente all’interno della rete.
- Conformità normativa: aiuta a rispettare regolamenti come GDPR e le direttive europee sulla cybersicurezza.
- Scalabilità: può essere adottato gradualmente, partendo dalle aree più critiche.
Come iniziare ad applicare lo Zero Trust
Per una piccola o media impresa, il punto di partenza è valutare la propria infrastruttura: chi accede ai dati, da quali dispositivi e con quali permessi.
Da lì, si può costruire un piano di sicurezza progressivo, che includa:
- Autenticazione a più fattori (MFA);
- Segmentazione della rete;
- Controllo degli accessi basato su ruoli;
- Soluzioni di monitoraggio e risposta automatizzata agli incidenti.
L’obiettivo non è creare una barriera invalicabile, ma garantire che ogni accesso sia consapevole, tracciato e autorizzato.
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