Concetto grafico di cybersecurity per ambienti cloud e on-premise nelle piccole imprese

Cybersecurity per PMI: proteggi cloud e reti aziendali

Cybersecurity per ambienti ibridi: proteggere l’infrastruttura tra cloud e on-premise

Le piccole e medie imprese italiane si affidano sempre più a infrastrutture IT ibride, unendo servizi cloud e sistemi tradizionali on-premise. Sebbene questo approccio offra numerosi vantaggi come flessibilità e scalabilità, introduce anche nuove sfide per la cybersicurezza.

Un ambiente IT ibrido, infatti, espone le imprese a vulnerabilità che possono essere sfruttate da cybercriminali, rendendo cruciale la protezione dei dati e la continuità operativa.

Che cos’è un ambiente IT ibrido?

Un ambiente ibrido è costituito da infrastrutture che integrano servizi cloud (server, applicazioni online, storage remoto) e sistemi locali (server fisici, reti aziendali interne). Questa integrazione consente alle PMI di ottimizzare le risorse IT, migliorando efficienza e costi operativi.

Perché è importante proteggere l’ambiente ibrido?

La cybersicurezza in ambienti ibridi è particolarmente delicata perché un attacco informatico può propagarsi rapidamente da un sistema cloud a quello on-premise, compromettendo l’intera infrastruttura aziendale.

Un singolo incidente può causare perdita di dati, interruzioni operative e danni economici significativi, oltre che reputazionali. Per questo motivo, proteggere l’ambiente IT ibrido dovrebbe essere una priorità assoluta per imprenditori e professionisti.

Misure essenziali di cybersecurity per PMI

1. Controllo degli accessi Gestire attentamente gli accessi ai dati e ai sistemi è essenziale. Limita l’accesso solo al personale autorizzato e utilizza l’autenticazione multi-fattore (MFA) per proteggere gli account.

2. Aggiornamenti regolari I sistemi e le applicazioni devono essere aggiornati costantemente. Gli aggiornamenti contengono correzioni di sicurezza fondamentali per proteggere l’infrastruttura contro vulnerabilità note.

3. Backup e ripristino dei dati Realizza backup regolari e conserva copie sia in cloud che on-premise. Questo assicura il recupero rapido delle informazioni in caso di incidenti come ransomware o guasti hardware.

4. Monitoraggio costante Implementa soluzioni che consentano il monitoraggio continuo delle attività sulle reti e sui servizi cloud. Il monitoraggio aiuta a rilevare tempestivamente anomalie e minacce informatiche.

5. Formazione del personale La formazione periodica dei dipendenti sulla cybersecurity è indispensabile. La maggior parte degli incidenti informatici si verifica infatti per errore umano o inconsapevolezza dei rischi.

Il ruolo della cybersecurity nella strategia aziendale

Per gestire efficacemente un ambiente IT ibrido, la cybersecurity deve diventare parte integrante della strategia aziendale. Questo implica non soltanto l’adozione di tecnologie specifiche, ma anche la definizione di procedure e policy di sicurezza chiare e ben comunicate a tutti i livelli aziendali.

Benefici della cybersecurity per le PMI

Adottare adeguate misure di cybersicurezza offre vantaggi concreti:

  • Protezione dei dati aziendali sensibili
  • Garanzia della continuità operativa
  • Riduzione del rischio di danni finanziari e reputazionali

Secondo il Rapporto Clusit 2025, le piccole e medie imprese sono tra i bersagli preferiti dei cybercriminali, rendendo la sicurezza informatica una questione urgente e prioritaria.

Come CYBERTO può supportare la tua impresa

Noi di CYBERTO siamo specializzati nel supportare le piccole e medie imprese italiane nella gestione della cybersicurezza in ambienti ibridi. Forniamo soluzioni semplici, efficaci e personalizzate che permettono di proteggere la tua infrastruttura IT, garantendo tranquillità e sicurezza al tuo business.

Proteggi oggi la tua azienda con CYBERTO, e affronta serenamente le sfide digitali del futuro.

Contattaci per ricevere una consulenza personalizzata.

 

Concetto grafico di social engineering, rappresentante una minaccia informatica per le piccole e medie imprese.

Social Engineering: il punto debole delle PMI italiane

Nel panorama attuale della cybersicurezza, una delle minacce più insidiose per le piccole e medie imprese (PMI) è rappresentata dal social engineering. Si tratta di una tecnica di manipolazione psicologica usata dai cybercriminali per indurre i dipendenti a rivelare informazioni riservate o a compiere azioni pericolose per la sicurezza aziendale.

Perché proprio le PMI italiane sono particolarmente vulnerabili al social engineering? Spesso, le PMI investono meno in formazione sulla cybersicurezza rispetto alle grandi aziende, rendendo il fattore umano un anello debole facilmente sfruttabile. Vediamo come questa minaccia può manifestarsi e cosa puoi fare per prevenirla.

Cos’è il Social Engineering?

Il social engineering consiste nell’ingannare una persona, sfruttando tecniche psicologiche, per ottenere informazioni sensibili o per convincerla a compiere azioni dannose. A differenza di altri attacchi informatici, come quelli basati su software dannosi (malware), il social engineering punta direttamente sul comportamento umano, facendo leva su fiducia, urgenza, paura o curiosità.

Tra le forme più comuni troviamo:

  • Phishing: email che sembrano provenire da mittenti affidabili, come banche o fornitori, per convincere il destinatario a cliccare su link dannosi.
  • Vishing: telefonate ingannevoli finalizzate a rubare informazioni sensibili.
  • Pretexting: creazione di scenari falsi per ottenere informazioni riservate direttamente dai dipendenti.

Perché il Social Engineering è una minaccia per le PMI?

Le PMI italiane, spesso prive di una struttura dedicata esclusivamente alla cybersicurezza, rappresentano un bersaglio ideale. Gli attacchi di social engineering possono causare danni rilevanti, tra cui perdita di dati riservati, danni economici diretti e un serio deterioramento della reputazione aziendale.

Secondo recenti rapporti pubblicati da enti autorevoli come Clusit, l’Associazione Italiana per la Sicurezza Informatica, il fattore umano è la causa principale nel 90% degli incidenti di sicurezza informatica.

Come proteggere la tua azienda dal Social Engineering?

Fortunatamente, ci sono diverse azioni concrete che puoi mettere in pratica per mitigare questo rischio:

1. Formazione dei dipendenti

Il primo passo è sensibilizzare e formare regolarmente i tuoi dipendenti sul riconoscimento delle tecniche di social engineering. Informare sul comportamento corretto di fronte a email sospette o telefonate inattese è fondamentale per ridurre drasticamente il rischio.

2. Procedure chiare e condivise

Definisci e diffondi chiaramente procedure aziendali specifiche per la gestione delle informazioni sensibili e delle richieste insolite. Una procedura ben definita aiuta i dipendenti a reagire correttamente anche in situazioni di stress.

3. Tecnologie di supporto

Utilizza tecnologie avanzate di filtraggio delle email, firewall e strumenti che rilevano anomalie comportamentali. Sebbene il fattore umano sia centrale, il supporto tecnologico rimane essenziale per ridurre il rischio.

4. Simulazioni periodiche

Organizza simulazioni periodiche di attacchi phishing o altri scenari di social engineering. Questo permette di valutare il livello di consapevolezza dei dipendenti e identificare eventuali lacune formative.

Conclusione

Il social engineering sfrutta la vulnerabilità umana, un punto debole che tutte le PMI devono conoscere e affrontare con determinazione. Investire in formazione e in strategie preventive consente di ridurre significativamente il rischio e proteggere efficacemente l’azienda.

In CYBERTO, aiutiamo le piccole e medie imprese italiane a identificare e mitigare le minacce del social engineering, rafforzando la loro postura di cybersicurezza e rendendo i loro ambienti di lavoro più sicuri e consapevoli.

Contattaci per ricevee maggiori informazioni e una consulenza personalizzata per la tua azienda.

Schermo con grafici e alert relativi alla sicurezza informatica gestita da un sistema SIEM

SIEM: indispensabile per la cybersicurezza delle PMI

La cybersicurezza è diventata una priorità assoluta per le piccole e medie imprese italiane. Nonostante molte PMI credano di non essere bersaglio di attacchi informatici, la realtà dimostra il contrario: nessuna azienda è troppo piccola per essere attaccata. Proprio per questo, dotarsi di soluzioni come un SIEM (Security Information and Event Management) non è più opzionale, ma indispensabile.

Cos’è un SIEM e perché è importante?

Un SIEM è un sistema di gestione delle informazioni e degli eventi di sicurezza. Esso raccoglie, analizza e gestisce i dati provenienti dai log generati da dispositivi e applicazioni aziendali. Tramite il Log Management, il SIEM permette di monitorare in tempo reale ciò che accade nella rete aziendale, evidenziando immediatamente attività sospette o anomalie.

Il valore aggiunto del SIEM risiede nella capacità di identificare tempestivamente le minacce (Threat Detection) e di rispondere rapidamente, limitando così eventuali danni.

Log Management: visibilità e controllo

Il Log Management consente di raccogliere e conservare i log provenienti da sistemi operativi, firewall, server e applicazioni aziendali. Questi dati, apparentemente banali, sono preziosissimi perché forniscono un quadro completo di ciò che accade nella rete.

Grazie al Log Management, le PMI possono monitorare e tracciare attività sospette, garantendo maggiore visibilità e controllo sulla propria infrastruttura informatica.

Threat Detection: anticipare per proteggere

La capacità di rilevare tempestivamente le minacce informatiche è essenziale per mitigare i rischi. Le PMI che implementano un SIEM possono individuare rapidamente comportamenti anomali come tentativi di accesso non autorizzati, movimenti laterali all’interno della rete o traffico insolito.

Un SIEM non solo identifica la minaccia, ma aiuta anche a stabilire le priorità e a prendere decisioni immediate, proteggendo così l’integrità dei dati aziendali.

Benefici di un SIEM per le PMI

I vantaggi per le piccole e medie imprese nell’adottare un SIEM sono numerosi:

  • Reattività immediata: consente di rispondere rapidamente agli incidenti di sicurezza.
  • Compliance normativa: semplifica il rispetto degli obblighi legali legati alla sicurezza informatica e alla protezione dei dati.
  • Prevenzione degli incidenti: aiuta ad anticipare e bloccare potenziali minacce prima che causino danni rilevanti.

Inoltre, l’investimento in una soluzione SIEM spesso risulta inferiore rispetto ai danni potenziali di un attacco informatico, sia in termini economici che di reputazione.

La sicurezza informatica è un investimento, non un costo

Molti imprenditori vedono la cybersicurezza come un costo superfluo. Tuttavia, investire in strumenti efficaci come un SIEM significa proteggere non solo i dati, ma anche la continuità del business e la reputazione aziendale.

Secondo il report annuale del CLUSIT (Associazione Italiana per la Sicurezze Informatica), gli attacchi informatici sono in costante aumento e diventano sempre più sofisticati. Un SIEM è lo strumento ideale per contrastare questa tendenza, garantendo una sicurezza informatica efficace e continua. Consulta qui il report CLUSIT.

Come implementare un SIEM nelle PMI

Implementare un sistema SIEM nelle piccole e medie imprese non è complicato come potrebbe sembrare. CYBERTO offre soluzioni personalizzate, facili da utilizzare e adattabili a ogni realtà aziendale, garantendo un supporto costante nella gestione della sicurezza informatica.

Investire nella cybersicurezza è oggi più che mai fondamentale. Scegliere di implementare un SIEM significa decidere di proteggere il futuro della propria azienda.

La sicurezza informatica non è più un optional, ma un imperativo strategico per ogni PMI.

Contattaci per ricevere una consulenza gratuita e personalizzata.

Schema di sicurezza IT per ambienti ibridi con cloud e server locali collegati e protetti

Proteggere l’ibrido: sicurezza tra cloud e on-premise

Cybersecurity per ambienti ibridi: proteggere l’infrastruttura tra cloud e on-premise

Nel mondo digitale di oggi, la maggior parte delle piccole e medie imprese (PMI) italiane sta adottando soluzioni ibride che combinano infrastrutture locali (on-premise) e servizi cloud. Questa evoluzione porta enormi vantaggi in termini di flessibilità, scalabilità e costi. Tuttavia, apre anche la porta a nuove sfide in materia di cybersicurezza.

In un contesto ibrido, la protezione dei dati e dei sistemi richiede un approccio coordinato che tenga conto delle diverse superfici d’attacco. In questo articolo, vedremo perché è fondamentale investire nella cybersicurezza per ambienti ibridi e come le PMI possono farlo in modo efficace, anche senza competenze tecniche avanzate.


Cosa si intende per ambiente ibrido?

Un ambiente IT ibrido è una combinazione di risorse e servizi gestiti localmente (ad esempio, server fisici presenti in azienda) e soluzioni cloud fornite da terze parti (come Microsoft Azure, Google Cloud o AWS). Questo modello consente alle imprese di beneficiare della potenza del cloud per alcune attività (backup, posta elettronica, gestione documentale) pur mantenendo il controllo su sistemi critici in locale.

Ma con la diffusione di queste architetture miste, cresce anche la complessità della protezione informatica.


I rischi principali in ambienti ibridi

Le PMI spesso sottovalutano i rischi associati agli ambienti ibridi, pensando che “il cloud sia già sicuro” o che “il proprio server aziendale è protetto dal firewall”. In realtà, i principali pericoli includono:

  • Superfici d’attacco multiple: più punti di accesso significano più possibilità per i criminali informatici di entrare nei sistemi.
  • Configurazioni errate: soprattutto nel cloud, configurazioni non corrette possono esporre dati sensibili a internet.
  • Mancanza di visibilità: può essere difficile monitorare in tempo reale cosa accade tra cloud e infrastruttura locale.
  • Autenticazione debole: l’utilizzo di credenziali semplici o condivise è ancora troppo comune.

Per affrontare queste minacce serve un piano di cybersicurezza pensato su misura per ambienti ibridi.


Le basi della cybersicurezza ibrida per le PMI

Anche senza essere esperti tecnici, gli imprenditori e i professionisti possono mettere in atto alcune strategie efficaci:

1. Autenticazione forte e controllo degli accessi

Implementare sistemi di autenticazione a più fattori (MFA) è uno dei primi passi da compiere. Consente di proteggere gli account anche in caso di furto delle credenziali.

2. Segmentazione della rete

Dividere l’infrastruttura in “zone” permette di contenere eventuali attacchi e impedire che si diffondano su tutta la rete.

3. Backup regolari e sicuri

I dati devono essere salvati sia in locale sia nel cloud, seguendo la regola 3-2-1 (tre copie, su due supporti diversi, una off-site).

4. Aggiornamenti e patch

Tenere aggiornati software e sistemi operativi, sia in sede sia nel cloud, è essenziale per chiudere le vulnerabilità conosciute.

5. Monitoraggio continuo e avvisi automatici

Utilizzare strumenti che segnalano attività anomale può aiutare a individuare rapidamente un attacco.


Il ruolo della formazione e della consapevolezza

Un’infrastruttura sicura non può prescindere dalle persone. Anche la migliore tecnologia è inutile se i dipendenti cliccano su link sospetti o utilizzano password deboli. Per questo motivo è importante:

  • Formare il personale sui rischi informatici.
  • Stabilire regole chiare per l’uso degli strumenti digitali.
  • Promuovere una cultura della cybersicurezza in azienda.

Affidarsi a partner specializzati

Per molte PMI, gestire internamente la cybersicurezza di un ambiente ibrido è complesso e dispendioso. In questi casi, rivolgersi a partner esperti come CYBERTO consente di ottenere soluzioni su misura, audit di sicurezza, implementazione di strumenti avanzati e supporto continuo.

Con il supporto giusto, anche le aziende più piccole possono adottare misure di protezione all’altezza delle sfide moderne.


Una questione strategica, non solo tecnica

Investire nella cybersicurezza non è solo una scelta tecnica, ma una decisione strategica per il futuro dell’impresa. Una violazione può causare danni economici, reputazionali e legali molto gravi.

Secondo un’indagine di Clusit, gli attacchi informatici in Italia sono in costante aumento, e le PMI sono bersagli sempre più frequenti. Prevenire oggi significa evitare problemi domani.


Conclusione

L’integrazione tra cloud e on-premise offre grandi opportunità alle PMI italiane, ma richiede attenzione sul fronte della sicurezza.

CYBERTO è al fianco delle imprese per guidarle in questo percorso, con soluzioni concrete, personalizzate e comprensibili anche per chi non ha competenze IT.

Non aspettare che sia troppo tardi: rendi sicura la tua infrastruttura ibrida, oggi.

Contattaci per avere maggiori informazioni e per una consulenza personalizzata.

 

Grafica sulla notifica di incidenti informatici al CSIRT Italia per la sicurezza delle PMI

Obbligo di notifica incidenti cyber: cosa devono fare le PMI

Obbligo di notifica incidenti cyber: cosa devono fare le PMI

Negli ultimi anni la cybersicurezza è diventata una priorità per governi, aziende e cittadini. Anche in Italia, le nuove normative hanno definito ruoli, obblighi e responsabilità precisi per contrastare gli incidenti informatici. Se pensi che questo riguardi solo le grandi aziende o la Pubblica Amministrazione, sappi che le nuove regole coinvolgono direttamente anche le piccole e medie imprese (PMI).

In questo articolo, scritto da CYBERTO S.R.L., specializzata in cybersicurezza per le PMI italiane, ti spieghiamo in modo semplice cosa significa notificare un incidente informatico, quando farlo e perché è utile (oltre che, in certi casi, obbligatorio).

Cosa si intende per “incidente informatico”?

Un incidente informatico è qualsiasi evento accidentale o doloso che compromette la sicurezza di sistemi, reti o servizi digitali. Parliamo ad esempio di:

  • blocchi o rallentamenti dei sistemi aziendali;

  • perdita di accesso ai dati o compromissione della loro integrità;

  • furto di credenziali, dati dei clienti o riservate informazioni aziendali;

  • attacchi ransomware, phishing o malware.

Oggi questi eventi non sono più “imprevisti”: sono rischi reali e ricorrenti, che vanno affrontati con prontezza, metodo e responsabilità.

Chi deve notificare e quando

La normativa italiana (in particolare la Legge 90/2024 e i regolamenti collegati) distingue tra soggetti obbligati alla notifica e soggetti che possono farlo in modo volontario.

Le PMI che non operano in settori critici (energia, sanità, trasporti, ecc.) non sono obbligate per legge a notificare un incidente al CSIRT Italia (Computer Security Incident Response Team), ma possono farlo su base volontaria.

Perché allora dovresti preoccuparti?

Perché notificare un incidente anche se non è obbligatorio?

Ecco alcuni motivi concreti per cui conviene segnalare un incidente al CSIRT:

  • Ricevere supporto tecnico diretto da esperti nazionali, anche in loco, per gestire la crisi in tempi rapidi;

  • Accedere a una rete di intelligence condivisa, che può segnalare attacchi simili in corso in altre aziende;

  • Contribuire alla sicurezza del Paese, aiutando a mappare e contenere le minacce in tempo reale;

  • Aumentare la reputazione aziendale, dimostrando responsabilità e capacità di risposta;

  • Favorire una cultura della prevenzione, migliorando le difese informatiche aziendali.

Inoltre, segnalare un attacco permette di avere un alleato istituzionale, anche nel caso in cui sia necessario rivolgersi alle forze dell’ordine o tutelarsi legalmente.

Come si effettua la notifica al CSIRT Italia

La procedura è semplice e completamente online. Basta collegarsi al sito ufficiale del CSIRT Italia e compilare un modulo con le informazioni essenziali, tra cui:

  • data e ora dell’incidente;

  • sistemi impattati;

  • natura dell’attacco (es. ransomware, phishing, ecc.);

  • misure già intraprese;

  • eventuali prove raccolte (file sospetti, messaggi, log, ecc.).

Il modulo si trova qui: www.csirt.gov.it/segnalazione

Anche chi non è obbligato può usare questo strumento per segnalare attacchi informatici.

La notifica non basta: serve prevenzione

Notificare un incidente è importante, ma non sostituisce le misure preventive che ogni azienda dovrebbe adottare. Per questo, CYBERTO affianca le PMI italiane nella costruzione di sistemi di difesa su misura, semplici da gestire e proporzionati ai reali rischi.

Interveniamo prima che un incidente accada, ma siamo anche al fianco dei clienti quando serve reagire in fretta.

In sintesi: agisci ora, non dopo

Anche se non sei obbligato per legge, notificare un incidente cyber può fare la differenza tra un problema circoscritto e un disastro operativo. La sicurezza informatica non è più un lusso o un optional: è parte integrante della sostenibilità e continuità del tuo business.

Se vuoi approfondire il ruolo del CSIRT Italia e la normativa attuale, ti consigliamo di consultare direttamente il sito dell’Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale.

Hai bisogno di capire se sei pronto a fronteggiare un incidente?

Contattaci su www.cyberto.it – siamo qui per aiutare le PMI italiane a essere più sicure, ogni giorno.

Illustrazione di un attacco ransomware con blocco dei dati aziendali e richiesta di riscatto

Ransomware nel 2025: come proteggere la tua impresa

Ransomware nel 2025: come proteggere la tua impresa

Nel panorama digitale del 2025, il ransomware rappresenta una delle minacce più gravi per le piccole e medie imprese italiane. Negli ultimi anni, queste aziende sono diventate il bersaglio preferito dei cybercriminali, grazie alla loro minore preparazione in ambito cybersicurezza rispetto alle grandi organizzazioni.

Ma come si è evoluto il ransomware? Quali nuove tecniche stanno emergendo e, soprattutto, come può un’impresa difendersi efficacemente?

In questo articolo, faremo chiarezza su queste domande con un linguaggio semplice e diretto, adatto a chi non ha una formazione tecnica.


Cos’è il ransomware?

Il ransomware è un tipo di software malevolo che, una volta installato su un dispositivo o in una rete, blocca l’accesso ai dati della vittima e richiede un riscatto (in inglese, “ransom”) per sbloccarli. Questo tipo di attacco può fermare completamente le attività aziendali, causando perdite economiche e danni alla reputazione.


Le nuove tecniche di attacco nel 2025

Nel 2025, i cybercriminali stanno utilizzando metodi sempre più sofisticati per aggirare le difese e colpire le PMI. Ecco le principali novità:

1. Attacchi multi-fase

Non si tratta più solo di un semplice virus. Gli attacchi ransomware moderni prevedono più fasi, tra cui l’infiltrazione silenziosa, l’analisi della rete e il blocco progressivo dei sistemi. In questo modo, gli hacker possono colpire nel momento più critico per l’azienda.

2. Estorsione doppia (double extortion)

Oltre a criptare i dati, i criminali minacciano di pubblicare le informazioni riservate online se il riscatto non viene pagato. Questo metodo mira a fare leva sulla paura di perdere la fiducia dei clienti e dei partner commerciali.

3. Attacchi tramite intelligenza artificiale

I nuovi ransomware sfruttano l’intelligenza artificiale per adattarsi ai sistemi che attaccano, eludendo i controlli tradizionali e migliorando le proprie capacità di mimetismo.

4. Phishing mirato (spear phishing)

I messaggi di posta elettronica fraudolenti sono sempre più personalizzati, scritti in modo convincente e difficili da distinguere da comunicazioni autentiche. Un solo clic può essere fatale.


Perché le PMI sono nel mirino

Molti imprenditori credono che le proprie aziende siano troppo piccole per interessare i cybercriminali. Niente di più sbagliato. Le PMI sono percepite come “anelli deboli”, spesso prive di un reparto IT dedicato o di strumenti di difesa aggiornati. Questo le rende un bersaglio facile e redditizio.

Secondo un recente rapporto dell’Agenzia dell’Unione europea per la cybersicurezza (ENISA), le PMI rappresentano uno degli obiettivi principali per gli attacchi ransomware in Europa.


Come difendersi dal ransomware

Anche senza conoscenze tecniche avanzate, ci sono alcune azioni concrete che ogni imprenditore può mettere in atto per proteggere la propria azienda.

1. Backup regolari

Mantenere una copia dei dati aziendali aggiornata, sicura e separata dalla rete principale è la prima linea di difesa. In caso di attacco, sarà possibile ripristinare le informazioni senza cedere al ricatto.

2. Aggiornamenti e patch

Assicurarsi che tutti i software, sistemi operativi e dispositivi siano costantemente aggiornati per correggere le vulnerabilità conosciute.

3. Formazione del personale

La maggior parte degli attacchi inizia con un’azione umana: un clic su un link sospetto, l’apertura di un allegato pericoloso. Per questo è fondamentale educare i dipendenti a riconoscere le minacce più comuni.

4. Antivirus e firewall avanzati

Investire in strumenti di cybersicurezza professionali è una scelta obbligata, non un lusso. Esistono soluzioni accessibili anche alle PMI, pensate per offrire protezione su misura.

5. Piano di risposta agli incidenti

Avere un piano chiaro e testato su come reagire in caso di attacco è fondamentale. Il tempo è un fattore critico: intervenire rapidamente può fare la differenza tra un disagio e un disastro.


CYBERTO al fianco delle PMI italiane

CYBERTO è nata per offrire alle piccole e medie imprese italiane soluzioni concrete di protezione informatica, pensate per essere efficaci, accessibili e facilmente comprensibili.

Crediamo che la sicurezza digitale non debba essere un privilegio, ma un diritto per ogni impresa. Con approcci personalizzati e tecnologie all’avanguardia, supportiamo i nostri clienti nella difesa contro le minacce più attuali, come il ransomware.


Conclusione

Il ransomware nel 2025 è più evoluto, più pericoloso e più mirato. Ma questo non significa che le piccole e medie imprese siano destinate a soccombere. Al contrario, con una strategia di cybersicurezza ben strutturata, è possibile prevenire i rischi e garantire la continuità del business.

La protezione parte dalla consapevolezza. Il momento di agire è ora.

Contattaci per maggiori informazioni e per ricevere una consulenza personalizzata

Professionisti eseguono un cyber stress test su reti informatiche di una PMI per verificarne la sicurezza.

Cyber stress test: proteggi la tua PMI oggi

Cyber Stress Test: proteggi la tua PMI oggi

Nel panorama digitale moderno, la cybersicurezza è diventata una priorità anche per le piccole e medie imprese (PMI). Eppure, molti imprenditori continuano a pensare che i rischi informatici riguardino solo le grandi aziende. La realtà è ben diversa. Ogni giorno, le PMI italiane sono bersaglio di attacchi informatici sempre più sofisticati, spesso con conseguenze gravi su dati, operatività e reputazione.

Uno strumento fondamentale per prevenire questi rischi è il cyber stress testing, una pratica ancora poco conosciuta ma essenziale per testare la resilienza dei sistemi aziendali contro attacchi informatici simulati.

Cos’è il cyber stress testing

Il cyber stress testing è una simulazione controllata che mette alla prova i sistemi informatici di un’azienda per verificare come reagiscono sotto pressione, in caso di attacchi reali. L’obiettivo non è solo quello di individuare eventuali vulnerabilità, ma anche di valutare tempi di risposta, efficacia dei protocolli di sicurezza e prontezza delle risorse umane coinvolte.

Proprio come uno stress test finanziario misura la resistenza di una banca a scenari economici critici, il cyber stress test valuta la capacità di una PMI di resistere a incidenti informatici, come:

  • attacchi ransomware,
  • tentativi di phishing,
  • violazioni dei dati sensibili,
  • blocchi operativi dovuti a malware.

Perché è fondamentale per le PMI

Le piccole e medie imprese sono spesso considerate bersagli facili da parte degli hacker. Questo perché molte di esse non dispongono di strutture IT dedicate, né investono abbastanza nella cybersicurezza. Secondo un report dell’ENISA (l’Agenzia dell’Unione europea per la cybersicurezza), le PMI sono sempre più nel mirino di cyber criminali, proprio per la loro esposizione e vulnerabilità strutturale.

Il cyber stress test consente alle PMI di anticipare le minacce, simulando attacchi in un ambiente sicuro. È uno strumento che permette agli imprenditori di:

  • identificare le aree deboli prima che lo faccia un hacker,
  • allenare il personale a riconoscere e reagire tempestivamente agli incidenti,
  • testare le policy aziendali in materia di sicurezza informatica,
  • aumentare la fiducia dei clienti e dei partner commerciali.

Un approccio proattivo alla cybersicurezza

Affidarsi a soluzioni standard non basta più. Il cyber stress testing rappresenta un approccio proattivo alla cybersicurezza: non si limita a installare software di protezione, ma mette in gioco l’intero ecosistema digitale dell’azienda.

Un test efficace non riguarda solo i firewall o gli antivirus, ma coinvolge anche:

  • le reti aziendali,
  • i dispositivi utilizzati dai dipendenti (soprattutto in smart working),
  • l’infrastruttura cloud,
  • i backup e i piani di continuità operativa.

Inoltre, uno stress test ben progettato offre report dettagliati e azioni correttive, trasformando la simulazione in una vera e propria occasione di miglioramento.

Come avviene un cyber stress test

Il processo viene generalmente condotto da professionisti specializzati in cybersicurezza come il team di CYBERTO, e si articola in più fasi:

  1. Analisi preliminare: si identificano le risorse critiche e gli scenari di attacco più plausibili.
  2. Pianificazione dell’attacco simulato: vengono definiti gli strumenti e le tecniche da utilizzare.
  3. Esecuzione del test: si svolge l’attacco in modo controllato, senza impattare le attività aziendali.
  4. Report finale: si fornisce una valutazione completa della resilienza dell’azienda, con consigli operativi.

Il tutto avviene con la massima riservatezza e trasparenza, per garantire che ogni risultato sia utile e concreto.

Un investimento che vale il futuro della tua impresa

Molti imprenditori esitano ad investire nella cybersicurezza per motivi di budget o per scarsa consapevolezza. Tuttavia, i costi di un attacco informatico superano di gran lunga quelli di un cyber stress test. Parliamo non solo di danni economici diretti, ma anche di perdite di dati, interruzioni di servizio, sanzioni legali e danni reputazionali.

Affrontare la sicurezza in modo superficiale può significare compromettere la continuità dell’intero business.


Conclusioni

Il cyber stress testing è uno strumento strategico per tutte le PMI che vogliono affrontare le sfide della cybersicurezza con consapevolezza e preparazione. In un mondo digitale in costante evoluzione, mettere alla prova i propri sistemi non è più un’opzione, ma una necessità.

Noi di CYBERTO aiutiamo le piccole e medie imprese italiane a proteggere il proprio futuro digitale. Contattaci per scoprire come il nostro servizio di cyber stress test può fare la differenza per la tua impresa.

 

Grafica di un sistema MDR che analizza e protegge una rete informatica aziendale

Proteggi la tua PMI: le funzioni chiave del servizio MDR

Le funzionalità chiave di un servizio MDR efficace per proteggere la tua infrastruttura IT

Nel contesto digitale di oggi, la cybersicurezza non è più un’opzione, ma una necessità. Questo vale soprattutto per le piccole e medie imprese (PMI) italiane, spesso bersagli ideali per gli attacchi informatici a causa di risorse limitate e protezioni insufficienti. Un servizio sempre più richiesto per contrastare queste minacce è l’MDR (Managed Detection and Response): un approccio moderno e completo alla sicurezza informatica.

In questo articolo esploreremo le funzionalità essenziali che rendono un servizio MDR davvero efficace per proteggere l’infrastruttura IT della tua azienda. Nessuna nozione tecnica complessa, solo indicazioni pratiche e comprensibili per imprenditori e professionisti che vogliono difendere il proprio business.


Cos’è un servizio MDR

Il termine MDR sta per “Managed Detection and Response”, ovvero Rilevamento e Risposta Gestita. Si tratta di un servizio che combina tecnologie avanzate e competenze umane per:

  • Rilevare minacce in tempo reale
  • Analizzare comportamenti sospetti
  • Rispondere rapidamente agli incidenti informatici

A differenza di un classico antivirus, un MDR non si limita a bloccare i malware, ma offre un monitoraggio costante e proattivo dell’intera rete aziendale.


Perché è fondamentale per le PMI

Le PMI spesso non dispongono di un reparto IT interno specializzato in sicurezza. Un servizio MDR colma questa lacuna, fornendo una protezione professionale continua a costi sostenibili.

Secondo un recente report di IBM, il tempo medio per identificare e contenere una violazione è di circa 277 giorni. Un servizio MDR può ridurre drasticamente questo tempo, minimizzando i danni economici e reputazionali.


Le funzionalità chiave di un MDR efficace

Ecco le principali caratteristiche che un servizio MDR dovrebbe offrire per essere davvero utile alla tua azienda.

1. Monitoraggio 24/7

La sicurezza non dorme mai. Un MDR deve garantire sorveglianza continua, giorno e notte, anche durante i weekend e le festività. Questo permette di intercettare attività sospette in tempo reale, prima che diventino problemi gravi.

2. Rilevamento delle minacce avanzato

Non basta cercare virus: oggi gli attacchi sono sempre più sofisticati. Un buon MDR utilizza intelligenza artificiale e analisi comportamentale per identificare:

  • Attività anomale
  • Accessi non autorizzati
  • Tentativi di esfiltrazione dati

Questo approccio consente di agire anche contro minacce sconosciute.

3. Risposta rapida agli incidenti

Un MDR efficace non si limita a notificare il problema: interviene attivamente, isolando i dispositivi compromessi e bloccando l’attacco. In questo modo si riduce il rischio di danni estesi.

4. Reportistica e visibilità

Anche se non sei un tecnico, hai diritto a sapere cosa accade nel tuo sistema informatico. Il servizio dovrebbe fornire report chiari e comprensibili, con indicatori chiave e suggerimenti concreti per migliorare la sicurezza.

5. Supporto umano specializzato

Un aspetto distintivo dell’MDR è la presenza di esperti in carne e ossa, pronti a intervenire quando serve. Questo supporto è fondamentale per affrontare situazioni complesse e prendere decisioni rapide.

6. Integrazione con l’infrastruttura esistente

Il servizio deve adattarsi al tuo ambiente IT, senza bisogno di stravolgere tutto. Un MDR efficace si integra facilmente con i sistemi già in uso, riducendo tempi e costi di implementazione.


Conclusione: sicurezza su misura per la tua impresa

Adottare un servizio MDR significa investire nella continuità del tuo business. Non serve essere esperti per capire che prevenire è molto più conveniente che subire un attacco informatico.

CYBERTO è al fianco delle PMI italiane per offrire soluzioni concrete e accessibili, capaci di garantire tranquillità e protezione anche senza risorse interne dedicate alla sicurezza.

Contattaci per scoprire come il nostro servizio MDR può fare la differenza per la tua azienda.

 

Immagine che simboleggia l'applicazione del GDPR e della direttiva NIS 2 per rafforzare la cybersicurezza delle piccole e medie imprese

GDPR e NIS 2: la difesa parte dalla cybersicurezza

GDPR e NIS 2: la difesa parte dalla cybersicurezza

Negli ultimi anni, la crescente minaccia di attacchi informatici ha spinto l’Unione Europea a rafforzare il quadro normativo per la cybersicurezza. Per le piccole e medie imprese italiane, non si tratta più solo di adeguarsi a delle leggi, ma di cogliere l’opportunità di trasformare la sicurezza informatica in un vero asset strategico.

Tra le normative di riferimento spiccano il GDPR (Regolamento Generale sulla Protezione dei Dati) e la nuova direttiva NIS 2, che pongono le basi di una cultura della protezione dei dati e delle infrastrutture digitali. In questo articolo vedremo come queste regolamentazioni rappresentino oggi uno strumento chiave per la resilienza aziendale e per la sicurezza nazionale.


GDPR: la protezione dei dati come responsabilità aziendale

Il GDPR, in vigore dal 2018, ha rivoluzionato il modo in cui le aziende trattano i dati personali. Anche una piccola impresa che gestisce dati dei clienti, dei fornitori o dei dipendenti è tenuta a:

  • adottare misure tecniche e organizzative adeguate alla sensibilità dei dati trattati,
  • notificare eventuali violazioni entro 72 ore,
  • mantenere un registro aggiornato dei trattamenti,
  • rispettare il principio di “privacy by design”.

Il GDPR non è solo burocrazia: promuove una gestione più consapevole dei dati, migliora la reputazione aziendale e riduce il rischio di sanzioni e danni reputazionali.


NIS 2: cybersicurezza come difesa nazionale

La direttiva NIS 2 (Network and Information Security), entrata in vigore nel gennaio 2023 e in fase di recepimento in Italia, estende le precedenti regole a un numero molto più ampio di settori e imprese. Non solo grandi infrastrutture critiche, ma anche PMI strategiche nei settori dell’energia, sanità, trasporti, ICT e manifattura saranno coinvolte.

Tra i nuovi obblighi:

  • valutazione e gestione dei rischi informatici,
  • piani di risposta agli incidenti,
  • notifica di eventi significativi,
  • formazione continua del personale.

Per molti imprenditori, può sembrare un ulteriore carico. Ma in realtà la NIS 2 impone un cambio di mentalità: la cybersicurezza non è più una questione tecnica, ma una questione di resilienza aziendale e stabilità nazionale.


Perché le PMI devono agire ora

Molte piccole e medie imprese italiane sottovalutano la propria esposizione. “Non ho dati sensibili”, “chi mai attaccherebbe me?”: sono frasi comuni ma pericolose.

In realtà, le PMI rappresentano un bersaglio privilegiato per i criminali informatici, proprio perché spesso meno protette. Un attacco può bloccare le attività per giorni, compromettere relazioni commerciali e comportare costi elevati per il ripristino e per eventuali sanzioni.

Adeguarsi a GDPR e NIS 2 significa:

  • proteggere la continuità operativa,
  • costruire fiducia con clienti e partner,
  • prevenire danni economici e reputazionali,
  • allinearsi a una visione moderna e proattiva del fare impresa.

Cybersicurezza e competitività: due facce della stessa medaglia

Le normative non devono essere vissute come un ostacolo, ma come una spinta all’innovazione. Investire in cybersicurezza migliora i processi interni, rafforza la governance e rende l’impresa più competitiva, anche sui mercati internazionali.

Inoltre, seguire una strategia coerente con le disposizioni europee prepara l’azienda a future certificazioni, facilita l’accesso a bandi pubblici e incrementa il valore percepito del brand.


Conclusione: una scelta strategica per il futuro

In un contesto in cui il digitale permea ogni ambito produttivo, la cybersicurezza non può più essere demandata o improvvisata. GDPR e NIS 2 sono strumenti fondamentali per creare un sistema economico più sicuro, stabile e competitivo.

Le piccole e medie imprese italiane, cuore pulsante dell’economia nazionale, hanno oggi l’occasione di giocare un ruolo da protagoniste in questa trasformazione. Non si tratta solo di “mettersi in regola”, ma di costruire un futuro più resiliente, etico e sostenibile.

Per approfondire i contenuti della direttiva NIS 2, ti consigliamo di consultare la pagina ufficiale della Commissione Europea:
👉 EU Commission – NIS2 Directive


 CYBERTO, specializzata in cybersicurezza per le piccole e medie imprese italiane, può supportarti in tutte le fasi di adeguamento alla Direttiva NIS 2 e al GDPR, assicurando che la tua azienda sia sempre protetta e in linea con la normativa vigente.

Schema degli obblighi di cybersicurezza richiesti dalla NIS 2 per le piccole e medie imprese secondo le linee guida dell’ACN

NIS 2: gli obblighi di base spiegati alle PMI

NIS 2: gli obblighi di base spiegati alle PMI

La cybersicurezza è diventata una priorità strategica anche per le piccole e medie imprese italiane (PMI). Con l’entrata in vigore della direttiva europea NIS 2 e la pubblicazione degli obblighi minimi da parte dell’ACN (Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale), le imprese non possono più permettersi di ignorare la protezione dei propri sistemi informatici.

In questo articolo spiegheremo in modo semplice e chiaro cosa prevede la NIS 2, quali sono gli obblighi base introdotti dall’ACN e cosa devono fare le PMI per essere conformi, anche senza avere competenze tecniche specifiche.


Cos’è la Direttiva NIS 2 e perché riguarda anche te

La Direttiva NIS 2 (Network and Information Security 2) è una normativa europea che aggiorna e rafforza la precedente Direttiva NIS del 2016. Il suo obiettivo è migliorare la resilienza informatica di aziende e organizzazioni in tutti i settori considerati essenziali o importanti, estendendo l’ambito d’applicazione anche a molte PMI.

A differenza della prima versione, la NIS 2 coinvolge un numero molto più ampio di imprese e introduce obblighi precisi e controllabili, con possibili sanzioni in caso di inadempienza. La normativa si applica a realtà che gestiscono dati, sistemi IT o servizi digitali strategici per il funzionamento del mercato e della società.


Il ruolo dell’ACN e gli obblighi minimi

In Italia, la Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale (ACN) ha il compito di attuare la direttiva NIS 2. A tal fine, ha pubblicato un documento con gli obblighi minimi di cybersicurezza che ogni azienda coinvolta deve rispettare. Questi obblighi riguardano sia gli aspetti tecnici sia quelli organizzativi e gestionali.

Ecco i principali requisiti imposti:

  1. Governance della cybersicurezza
    Le imprese devono individuare un referente interno per la sicurezza informatica, anche esterno all’organico ma con un ruolo definito.
  2. Gestione dei rischi
    Occorre valutare periodicamente i rischi informatici e adottare misure per ridurli, come backup regolari e controllo degli accessi.
  3. Piani di gestione degli incidenti
    È necessario avere un piano per reagire prontamente a eventuali attacchi informatici, compresa la segnalazione degli incidenti all’ACN.
  4. Formazione del personale
    Tutti i dipendenti devono essere informati sui rischi digitali e formati per riconoscere comportamenti pericolosi, come email di phishing.
  5. Protezione della rete e dei sistemi
    Devono essere adottate misure tecniche di base, come firewall, antivirus aggiornati e segmentazione della rete.

Queste misure non richiedono necessariamente investimenti elevati, ma vanno pianificate e integrate nella gestione quotidiana dell’impresa.


Perché anche le PMI devono adeguarsi

Molti imprenditori credono che la cybersicurezza sia un problema solo per le grandi aziende. Niente di più sbagliato. Le PMI sono bersagli sempre più frequenti di attacchi informatici, proprio perché spesso meno protette. Inoltre, se si opera in un settore considerato “essenziale” o “importante” (come sanità, energia, trasporti, fornitori IT, ecc.), il rispetto degli obblighi NIS 2 diventa obbligatorio per legge.

Adeguarsi alle nuove regole significa:

  • Prevenire danni economici e reputazionali
  • Evitare sanzioni amministrative
  • Aumentare la fiducia di clienti e partner

Come iniziare il percorso di adeguamento

La conformità alla NIS 2 e agli obblighi ACN può sembrare complessa, ma è un percorso graduale. Per iniziare, è utile:

  • Effettuare un audit di cybersicurezza per capire lo stato attuale
  • Identificare le misure minime già in atto e quelle mancanti
  • Definire un piano di adeguamento, con scadenze e priorità
  • Valutare l’affiancamento di un partner specializzato, come CYBERTO, per la consulenza e l’implementazione tecnica

Una spinta verso la cultura della sicurezza

La NIS 2 rappresenta una svolta importante: non si tratta solo di adeguarsi a un obbligo di legge, ma di costruire una cultura della sicurezza digitale. Questo è un vantaggio competitivo, non un costo. Le imprese che proteggono i propri dati e sistemi proteggono anche il loro futuro.

Secondo un recente rapporto dell’ENISA (Agenzia dell’Unione europea per la cybersicurezza), la mancanza di consapevolezza e formazione interna è una delle cause principali degli incidenti cyber nelle PMI.


Conclusione

Gli obblighi introdotti dalla direttiva NIS 2 e dall’ACN non sono solo un adempimento normativo, ma un’opportunità per rendere le piccole e medie imprese italiane più sicure, efficienti e resilienti. Con l’aiuto giusto e una strategia chiara, anche le PMI possono affrontare con successo questa sfida.

CYBERTO, specializzata in cybersicurezza per le piccole e medie imprese italiane, può supportarti in tutte le fasi di adeguamento alla Direttiva NIS 2, assicurando che la tua azienda sia sempre protetta e in linea con la normativa vigente.