
Cyber Resilience Act: cosa cambia per le PMI italiane
Negli ultimi anni la sicurezza informatica è diventata una priorità strategica per le imprese, anche per quelle di piccole e medie dimensioni. Attacchi ransomware, violazioni dei dati e sistemi digitali vulnerabili non sono più eventi eccezionali. In questo contesto si inserisce il Cyber Resilience Act (CRA), una nuova normativa europea pensata per aumentare il livello di cybersicurezza dei prodotti digitali immessi sul mercato.
Ma cos’è esattamente il Cyber Resilience Act? E cosa comporta, in concreto, per le PMI italiane?
Cos’è il Cyber Resilience Act
Il Cyber Resilience Act è un regolamento dell’Unione Europea che stabilisce requisiti obbligatori di sicurezza informatica per i prodotti con componenti digitali. Parliamo non solo di software, ma anche di dispositivi hardware connessi a Internet, come sistemi IoT, applicazioni, piattaforme digitali e strumenti utilizzati quotidianamente nelle aziende.
L’obiettivo principale del CRA è semplice: ridurre le vulnerabilità informatiche lungo tutto il ciclo di vita dei prodotti digitali, dalla progettazione fino alla dismissione. In altre parole, la sicurezza non deve più essere un’aggiunta successiva, ma un elemento “di base”, come le cinture di sicurezza nelle automobili.
Il regolamento nasce dalla constatazione che molti incidenti informatici derivano da prodotti immessi sul mercato senza adeguate misure di protezione, aggiornamenti o gestione delle falle di sicurezza. Secondo l’analisi europea, questo espone imprese e cittadini a rischi sempre più elevati.
Cosa cambia per le aziende (e per le PMI)
Una delle domande più frequenti è: il Cyber Resilience Act riguarda anche le piccole e medie imprese? La risposta è sì, anche se con impatti diversi a seconda del ruolo dell’azienda.
Il CRA si applica principalmente a chi sviluppa, produce, distribuisce o commercializza prodotti digitali. Tuttavia, anche le PMI che utilizzano questi strumenti ne saranno coinvolte indirettamente.
Per le aziende che realizzano o vendono software e soluzioni digitali, il regolamento introduce nuovi obblighi, tra cui:
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progettare prodotti con requisiti minimi di sicurezza informatica;
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gestire in modo strutturato le vulnerabilità;
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garantire aggiornamenti di sicurezza;
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fornire informazioni chiare agli utenti sui rischi e sull’uso sicuro.
Per le PMI che acquistano e utilizzano prodotti digitali, il cambiamento è altrettanto rilevante. Il Cyber Resilience Act punta a rendere il mercato più sicuro, offrendo strumenti più affidabili e riducendo il rischio di incidenti. È un po’ come acquistare un elettrodomestico con certificazioni di sicurezza: non elimina ogni rischio, ma riduce notevolmente la probabilità di problemi gravi.
In prospettiva, questo significa anche una maggiore responsabilità per le imprese nella scelta dei fornitori digitali e una crescente attenzione alla protezione dei dati e alla continuità operativa.
Tempi di applicazione del Cyber Resilience Act
Un altro aspetto cruciale riguarda quando il Cyber Resilience Act diventerà operativo.
Il regolamento è stato approvato a livello europeo e prevede un periodo di transizione per consentire alle aziende di adeguarsi. In linea generale:
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l’entrata in vigore formale avviene poco dopo la pubblicazione ufficiale;
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gli obblighi principali diventano applicabili dopo un periodo di adeguamento di circa 24 mesi;
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alcuni obblighi specifici, come la gestione delle vulnerabilità e la segnalazione degli incidenti, potrebbero diventare operativi prima.
Questo lasso di tempo non va interpretato come un rinvio, ma come un’opportunità. Le imprese che iniziano per tempo a valutare i propri prodotti, processi e fornitori saranno avvantaggiate, evitando corse dell’ultimo minuto e possibili sanzioni.
Perché il Cyber Resilience Act è un’opportunità
Anche se può sembrare l’ennesimo adempimento normativo, il Cyber Resilience Act rappresenta un cambio di mentalità. La cybersicurezza diventa un fattore di qualità, fiducia e competitività. Per le PMI italiane, spesso bersaglio di attacchi proprio per la minore protezione, questo può tradursi in una maggiore resilienza digitale e in una riduzione dei rischi operativi.
Tempi di applicazione del Cyber Resilience Act
Un altro aspetto cruciale riguarda quando il Cyber Resilience Act diventerà operativo.
Il regolamento è stato approvato a livello europeo e prevede un periodo di transizione per consentire alle aziende di adeguarsi. In linea generale:
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l’entrata in vigore formale avviene poco dopo la pubblicazione ufficiale;
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gli obblighi principali diventano applicabili dopo un periodo di adeguamento di circa 24 mesi;
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alcuni obblighi specifici, come la gestione delle vulnerabilità e la segnalazione degli incidenti, potrebbero diventare operativi prima.
Questo lasso di tempo non va interpretato come un rinvio, ma come un’opportunità. Le imprese che iniziano per tempo a valutare i propri prodotti, processi e fornitori saranno avvantaggiate, evitando corse dell’ultimo minuto e possibili sanzioni.
Perché il Cyber Resilience Act è un’opportunità
Anche se può sembrare l’ennesimo adempimento normativo, il Cyber Resilience Act rappresenta un cambio di mentalità. La cybersicurezza diventa un fattore di qualità, fiducia e competitività. Per le PMI italiane, spesso bersaglio di attacchi proprio per la minore protezione, questo può tradursi in una maggiore resilienza digitale e in una riduzione dei rischi operativi.
CYBERTO: al fianco delle PMI nella sicurezza informatica
In uno scenario normativo in continua evoluzione, CYBERTO supporta le piccole e medie imprese italiane nel comprendere e affrontare le nuove sfide della cybersicurezza. Aiutiamo le aziende a valutare i rischi, rafforzare la protezione dei sistemi informativi e prepararsi agli obblighi normativi europei, come il Cyber Resilience Act, con un approccio chiaro e orientato al business.
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